SAN PATRIGNANO
Ho appena finito di guardare il docu-film SanPa, all'inizio si afferma: “Il miracolo non è quando spunta un fiore, ma quando un fiore spunta da una pianta morta” . Frase simbolo della rinascita.
È molto difficile far capire San Patrignano a chi non ci è mai stato, afferma chi ne è stato ospite; io ho cercato di approfondire…
San Patrignano dopo la messa in onda del docu-film ha dichiarato: «Ci dissociamo dalla serie Netflix che parla della nostra comunità. Il racconto è parziale.. un racconto sommario, focalizzato sui detrattori»;
la replica di Gabardini è stata: «Non abbiamo voluto realizzare uno spot, ma un documentario che racconta una pagina della nostra storia italiana».
SAN PATRIGNANO è una comunità terapeutica di recupero per tossicodipendenti, fondata nel 1978 da VINCENZO MUCCIOLI e prese il nome dalla strada dove ha sede, nel comune di Coriano (Rn).
A metà degli anni '70 (anni del BOOM DELL'EROINA in Italia), Muccioli che lavorava nell'hotel ereditato dalla moglie, si interessava di psicoterapia, medicina naturale, agopuntura, scopre di avere doti da medium e si trasferisce in un piccolo podere di proprietà a Coriano, per aiutare una ragazza tossicodipendente. A lui si uniscono altri volontari e in poco tempo iniziano ad arrivare altri ragazzi bisognosi di aiuto.
Il 30 ottobre 1979 nasce la cooperativa di San Patrignano con l'obiettivo principale quello di fornire assistenza gratuita ai tossicodipendenti ed agli emarginati.
Serve creare una mensa, una cucina, una lavanderia, attribuire dei responsabili: primi passi necessari per organizzare la vita dei ragazzi.
La comunità cresce in fretta, nel 1984 conta già 500 ospiti, acquista una grande visibilità in Italia e all'estero e nasce una rete di associazioni di volontariato antidroga sul territorio.
Tra gli ospiti (dal 1984 al 1987) anche Piero Villaggio (figlio di Paolo) dopo precedenti tentativi di disintossicazione in cliniche svizzere e statunitensi che non avevano dato alcun risultato. Piero afferma: “C'era Vincenzo e di fatto si occupava di tutto lui, con i pro e contro che questa cosa si trascinava…non c'era tanto dialogo: se ti stava bene era quello, sennò niente. E io chiaramente ho accettato, altrimenti non sarei qua, probabilmente sarei morto”.
Red Ronnie, nel 1984 con un amico giornalista si è recato per la prima volta a San Patrignano, sulle colline di Rimini, dove ha conosciuto Vincenzo Muccioli fondatore della comunità di recupero per tossicodipendenti e lo frequenta ancora oggi.Nel 1986 gli ospiti sono circa 800.
Vincenzo Muccioli, Don Oreste Benzi, Don Mario Picchi ed altri responsabili di comunità fondano il Muvlad (Movimento unitario volontari lotta alla droga) che elabora una legge a sostegno dei tossicodipendenti collaborando alla stesura della stessa legge denominata Jervolino-Vassalli promulgata nel 1990.
Nel 1991 la famiglia Muccioli cedono in donazione tutti i propri beni immobiliari alla comunità e San Patrignano viene riconosciuta: fondazione ed ente morale dallo Stato italiano.
Nel 1994 gli ospiti della Comunità sono circa 1400 e si inaugura il Centro Medico, per contrastare l'epidemia di AIDS, perché i 2/3 dei ragazzi risultarono sieropositivi, ma è stato il luogo in cui tanti della comunità hanno deciso di diventare medici o infermieri.
La comunità è stata attraversata da vicende giudiziarie ed ombre sui metodi giudicati, non molto ortodossi, utilizzati per costringere i ragazzi ad abbandonare la droga, come il processo “delle catene” e l'omicidio di Roberto Maranzano nella porcilaia di Sanpa, per cui Muccioli fu prima incriminato per omicidio e poi prosciolto.
C'è sempre stato qualcosa di mistico attorno alla figura del “santone” Vincenzo a cui tutto è sempre stato perdonato. nel 1995 muore a soli 61 anni. Mai rivelata la causa della morte. Il Corriere della Sera ha scritto dell'aggravamento di un'epatite C. Mai chiariti i dubbi su un eventuale contagio da AIDS dagli ospiti della sua comunità.
La gestione viene affidata al figlio maggiore Andrea, fino al 26 agosto 2011: laureato, manager dell'azienda di famiglia, ha sposato la causa del business, facendo produrre prodotti vinicoli ed alimentari di altissimo pregio, venduti in tutto il mondo.
Sotto la sua guida, la comunità si apre sempre più all'esterno e così nel 1996 si svolge la prima edizione del concorso ippico internazionale “Challenge Vincenzo Muccioli”, ma alla fine del 2019 arriverà anche la chiusura definitiva della storica Scuderia di San Patrignano e della scuola di equitazione
San Patrignano ed altre organizzazioni internazionali fondano l'associazione internazionale “Rainbow – International Movement Against Drugs” e annualmente organizzano un convegno sulla tossicodipendenza. Anche le NAZIONI UNITE riconoscono l'impegno della comunità tanto che nel 1997 viene accreditata come Ngo (organizzazione non governativa) con lo status di “consulente speciale presso il consiglio economico e sociale dell'Onu”.
Dal 2002 la comunità inizia a portare avanti il suo progetto di prevenzione, per gli studenti delle scuole medie e superiori italiane attraverso format teatrali, dibattiti e visite in comunità. Dal 2009 le attività di prevenzione di San Patrignano sono riunite nel marchio “WeFree” e ogni anno si organizzano i WeFree Days riunendo organizzazioni di volontariato italiane, internazionali, istituzioni ed esperti.
Negli anni i vigneti si sono estesi fino a superare i 100 ettari, a metà anni ‘90 la svolta:
il Sangiovese acquista in queste colline un'identità tutta sua, conquista valore e corposità, sotto la competente direzione dell' enologo Riccardo Cotarella, risultando più morbido e con tannini più dolci, definendolo Sangiovese di San Patrignano.
Diventa un'eccellenza del territorio e viene organizzata una cantina professionale, frutto di un sapiente lavoro in vigna e un accurata lavorazione artigianale.
La produzione vinicola oggi conta nove rossi, due bianchi e due spumanti e la cantina ha uno spazio attrezzato come un salotto, in cui fanno bella mostra le decine di targhe che testimoniano i premi riconosciuti dalle maggiori testate di settore.
L'autoproduzione prosegue con la decisione di allevare bovini e la lavorazione del latte producendo ben 17 formaggi.
La Norcineria ha portato all' attuale produzione di otto insaccati.
Così quando la produzione è andata oltre il fabbisogno della comunità, Sanpa ha deciso di vendere i suoi prodotti, così è nato “SP.accio” nel 2008: una pizzeria e una boutique in cui si vendono i prodotti realizzati a Sanpa: pane, salumi, formaggi, vini, conserve, i filati, le magliette, borse di pelle artigianali e i manufatti della falegnameria, coniando lo slogan: “Buono due volte”.
La pizzeria segna il successo più grande: inaugurata sotto la guida del Maestro pizzaiolo Beniamino Bilali, sale subito in vetta fra le migliori pizzerie in Italia.
Questa apertura verso il mondo esterno segna un nuovo inizio.
Dopo sedici anni, nell'agosto 2011, termina la gestione affidata ad Andrea Muccioli e viene affidata la gestione a un comitato di garanti con il costante sostegno e aiuto della famiglia Moratti, Letizia e Gian Marco soprattutto.
Il petroliere riservato e altruista insieme alla moglie Letizia è stato il vero artefice del successo. Ha deciso di riposare per sempre nel luogo che ha segnato 40 anni della sua vita, la comunità lo affascinò al punto da diventare una ragione di vita, fino alla sua morte nel 2018.
Gian Marco Moratti, grande amico di Vincenzo Muccioli, non è stato solo un sostenitore finanziario della struttura di recupero per tossicodipendenti, è stato uno che ha aperto le porte dei poteri forti e dei “sostenitori” alla grande stampa che tanto peso ha avuto nel formare il giudizio di assoluzione (ancora prima che si pronunciassero i tribunali) sul famoso processo delle catene.
Nel 2018 la Comunità ha festeggiato 40 anni dalla sua fondazione:
dalla roulotte in mezzo alla fanghiglia con cui Vincenzo fondò la comunità, alle villette di legno in mezzo al verde del figlio Andrea, il futuro di San Patrignano sembra completamente in mano all'ex sindaco di Milano e al marito petroliere.