RICCIONE ... com'è nata
I più antichi ritrovamenti archeologici a Riccione, risalgono al II secolo a.C. e si trovano nel Museo cittadino.
La zona di Riccione era vitale grazie alla sua posizione, lungo la via Flaminia, importantissima strada di collegamento con le direttrici verso Ravenna e verso Piacenza e Milano.
Al tempo dei Romani il primo aggregato abitativo si trovava nel quartiere San Lorenzo, dove si trova il sito archeologico (scavo aperto sotto la farmacia) e visitabile, il cui nome è Vicus Popilius; a poca distanza c'è un ponte romano sul rio Melo.
Il Rio Melo scendeva dalle colline e con la sua foce formava il porto di Riccione, che era ancora privo del ponte che collega le due sponde, quindi esisteva un traghetto.
Solo nel 1924 venne costruito il ponte sul fiume Marano per congiungere Rimini e Riccione lungo la strada litoranea.
Nel 1260 la famiglia fiorentina degli Agolanti, si insedia a Riccione, dei quali rimangono i resti del castello omonimo sulle colline.
Poche case vecchie, contigue, malmesse, disposte lungo la via principale formavano il Paese che distava 1 Km dalla zona balneare, chiamata Colonia.
Il nome Colonia veniva da un vecchio fabbricato adibito a collegio che in estate ospitava bambini bisognosi di cure marine efficaci per alcune forme di rachitismo.
Sulla spiaggia giocavano i bambini liberamente, ombreggiati da tende fissate a pali nella sabbia.
La spiaggia era limitata tra la villa dei conti Soleri Martinelli e il porto canale, abbandonata alla natura e coperta di vegetazione selvatica.
Nell'800 si pensò di utilizzare la spiaggia, proponendo di utilizzare parte dell'arenile come campi per risaie, progetto poi avversato con successo da chi intendeva utilizzare il litorale per fini turistici.
Le origini del turismo risalgono alla fine dell'800, quando cominciano a nascere in città diverse case utilizzate da facoltosi che arrivavano grazie alla linea ferroviaria Bologna – Ancona.
Alcuni s'improvvisarono locandieri con le loro trattorie o addirittura albergatori.
Audaci furono quei riccionesi inesperti che grazie ai sacrifici e alle cambiali edificarono, le loro case e i loro commerci con grande volontà di fare e migliorarsi continuamente, per soddisfare le esigenze dei “forestieri”, che da sempre riconoscono e apprezzano la nostra cordialità e ospitalità.
Nel 1906 più di cinquemila turisti dal Veneto, Lombardia ed Emilia venivano a trascorrere le vacanze estive, iniziarono ad edificare ville, stazioni termali e le colonie marine per bambini gracili.
Impronta decisiva per lo sviluppo della città si deve ai coniugi Ceccarini, in particolar modo alla moglie Maria Boorman. Boorman, di origine statunitense, vedova del marito medico, diede un importante contributo economico per la costruzione dell'ospedale, a lei intitolato, e ad altre importanti iniziative sociali.
In suo onore è stata installata il 9 ottobre 2012 in viale Ceccarini una statua creata dallo scultore cesenate Leonardo Lucch
Durante la prima guerra mondiale Riccione subì un forte sciame sismico, terminato con il terribile terremoto del 16 agosto 1916 che devastò la cittadina.
La nascita del Comune di Riccione è connessa a quella del fascismo:
Rimini era molto legata al Vaticano ed era la sede della Diocesi Arcivescovile. L'Arcivescovo diede disposizione che il ghetto israelita stesse nella frazione di Riccione;
dal 1907 al 1922 i riccionesi lottarono, trovando pieno appoggio nel Duce, per non essere più sudditi del Comune di Rimini che temeva la concorrenza sul piano turistico. Riccione fino al 1922 fu una frazione del Comune di Rimini, distante 10Km.
Nel 1921 Riccione aveva oltre 5.000 abitanti (per diventare Comune ne occorrevano almeno 4.000);
oggi è arrivata a 35.259, gli stabilimenti balneari sono circa 150 e 460 gli alberghi.
In un secolo ha visto moltiplicare i propri abitanti di sette volte!
Nel 1926 Riccione ottiene il riconoscimento di “Stazione di cura e soggiorno” e la famiglia Mussolini decide di trasferirsi da Cattolica a Riccione per le proprie vacanze, diventando la sua residenza estiva per dieci anni, perché considerava Riccione più idonea alle idee del regime, essendo nata come Comune grazie a un provvedimento fascista.
1927 fu inaugurata la linea tramviaria Rimini-Riccione
Negli anni '30 vengono realizzati i primi allacciamenti alla rete di luce, acqua e gas.
La Riviera romagnola ormai è la spiaggia degli italiani più facoltosi e del loro Duce.
Alla fine degli anni ‘20 e l'inizio degli anni '30 le presenze turistiche raddoppiano.
I filmati del regime mostrano Riccione con iniziative sportive, le gare di tennis, velistiche, motociclistiche, tiro al piccione, che fanno parte della cultura fascista.
Al mare per la prima volta il corpo viene esibito in spiaggia, come mito dell'uomo nuovo, sano e forte.
Nel 1928 fu inaugurato l'aeroporto civile di Miramare di Rimini e nel 1929 il Grand Hotel di Riccione di proprietà di Gaetano Ceschina ed era il più grandioso albergo della costa romagnola: 155 camere, 265 letti, 25 bagni in camera, telefono, autorimessa, 3 campi da tennis, golf in miniatura.
Nel 1938 si inaugura a Riccione il primo Palazzo del Turismo della riviera adriatica e il cinegiornale Luce definisce Riccione” una delle più belle e frequentate spiagge d'Italia”, negli anni Trenta le pensioni, strutture ricettive e alberghi superavano gli alloggi privati.
Il primo bombardamento aereo a Riccione durante la II Guerra Mondiale fu il 10 giugno 1944 e fecero più danni gli alleati rispetto ai tedeschi.
I mitici anni '60 sono gli anni del boom economico italiano e della grande trasformazione della società da rurale a manifatturiera e della nascita dei nuovi miti: sportivi, canori e della moda.
Riccione nel corso di quel decennio seppe diventare una delle maggiori località alla “moda” d'Italia: punto di ritrovo e di incontro della “bella società”, ospitando nei propri locali i migliori artisti nazionali ed internazionali.
L'8 giugno 1964, nel tardo pomeriggio, un uragano colpì la costa romagnola da Cesenatico a Cattolica.
Si stima che i danni ammontassero a circa due miliardi di lire di allora e purtroppo ci fu anche qualche morto, la furia dell'uragano sulla costa romagnola finì solo verso le ore 22. Dal giorno successivo all'uragano i turisti tedeschi andarono in spiaggia ad aiutare i bagnini, i quali per riconoscenza, al momento della loro partenza fecero grossi sconti.
8 giugno 1964: una data da ricordare!!! Proprio per questo motivo ogni anno dal 1965, l'8 Giugno i bagnini di Riccione organizzano la festa del Bagnino, in onore degli ospiti che hanno aiutato a riportare tutto alla normalità in soli 2 giorni e tutti i turisti che ci sono stati vicini in quei terribili momenti.
Al porto la statua della “Madonna del Mare” protegge i pescatori che da secoli salpano dal porto di Riccione.