La Romagna ha giocato un ruolo fondamentale nella vita di Dante Alighieri, tanto da diventare uno degli scenari più importanti durante il suo esilio.
Dopo essere stato costretto a lasciare Firenze, Dante trovò rifugio in diverse città romagnole, stabilendo un legame profondo con questa terra, che influenzò non solo la sua vita personale, ma anche la sua opera.
Ravenna, in particolare, fu l'ultima tappa della vita di Dante, ospitato dalla nobile famiglia dei Da Polenta, Dante trovò la pace necessaria per concludere la sua Divina Commedia, uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale.
Le atmosfere tranquille e riflessive della Romagna si riflettono nelle ultime parti del poema, in cui l'esilio e la ricerca della salvezza spirituale diventano temi chiave.
Ma la Romagna non è solo uno sfondo nella vita del poeta: le sue città e i suoi paesaggi compaiono anche nella sua opera.
Nella Divina Commedia, Dante menziona figure storiche e politiche della Romagna, sottolineando il suo legame con questa terra. Celebri sono i riferimenti a personaggi come Guido da Montefeltro, signore di Forlì, e Francesca da Rimini, la cui storia d’amore tragica è narrata nel Canto V dell'Inferno.
Oggi, il legame tra Dante e la Romagna è ancora vivo.
Ogni anno, a Ravenna, la città che conserva le sue spoglie, si svolgono celebrazioni in onore del poeta. La sua tomba, custodita nella città, è un luogo di pellegrinaggio per studiosi e appassionati di tutto il mondo, che rendono omaggio al sommo poeta e alla sua connessione con questa terra ricca di storia e cultura.
Dante e la Romagna sono dunque legati da un vincolo indissolubile, fatto di esilio, ispirazione e arte immortale.