500 anni dalla scomparsa di Raffaello
Il 6 aprile 1520 moriva Raffaello Sanzio, indiscussa icona dell'arte italiana, mondiale e genio della pittura rinascimentale.
Il grande artista di Urbino viene celebrato ancora oggi in tutta Italia con diverse mostre.
Egli nacque nel 1483, figlio di Giovanni de' Santi, pittore.
Grazie alla professione del padre, ha occasione di accedere alle sale del Palazzo Ducale di Urbino, centro artistico del Rinascimento, dove
ammira e studia le migliori opere dell'arte italiana.
Venne guidao dal pittore Pietro di Cristoforo Vannucci: "il Perugino".
Si trasferì a Città di Castello, dove iniziò a produrre le prime opere.
Raffaello operò in diverse città come Siena, Firenze, infatti è noto il suo periodo fiorentino.
La sua fama crebbe esponenzialmente, anche grazie ad opere memorabili come lo "Sposalizio della Vergine" (1504), "Trinità e Santi" (1505) e la Pala Baglioni (1507).
Nel 1508 fu chiamato direttamente da Papa Giulio II, che voleva rinnovare l'arte della capitale; si dedicò così alle stanze papali: Segnatura, Eliodoro e agli arazzi della Cappella Sistina.
Dopo essere diventata una delle figure più importanti in Italia, aprì la sua bottega insegnando l'arte a molti giovani promettenti: Lotti, Vincidor e Tamagni. Raffaello fu anche un grande architetto, prese parte alla progettazione della Basilica di San Pietro e ad altri edifici romani importanti.
Morì il 6 aprile 1520 a soli 37 anni, lasciando tuttavia la sua memoria nei secoli come uno dei più grandi artisti al mondo.